4 anni fa:Incendio a Trebisacce, è andata totalmente distrutta un'abitazione
4 anni fa:Covid, nella Sibaritide-Pollino 9 nuovi casi in 48 ore
4 anni fa:Malato di tubercolosi da 5 giorni isolato nel Pronto soccorso del "Giannettasio". In Calabria non c'è un posto
4 anni fa: Stasi su caso Hub Vaccinale Parabrillia chiede una riorganizzazione delle prenotazioni
4 anni fa:Trebisacce, presentata proposta di legge per l’istituzione dell’Asl nell’area Sibaritide-Pollino
4 anni fa:Premio Nazionale delle Arti: il Conservatorio di Cosenza organizza le prove per la sezione percussioni
4 anni fa:Ripartono gli eventi al Castello Svevo: ecco tutta la programmazione
4 anni fa:Rota Greca, smaltimento illecito rifiuti da demolizione: due persone denunciate
4 anni fa:Castrovillari, all’Ipsia “Leonardo da Vinci” presentate innovazioni in campo odontotecnico
4 anni fa:Greco (Idm): «Lo stato dimentica i comuni del Sud. Serve un nuovo patto»

La trappola, Provinciale 196 a un punto di non ritorno: un attentato alla sicurezza

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Se la si potesse descrivere con un titolo di un film, sicuramente la strada provinciale 196 sarebbe Breakdown, la trappola! Stiamo parlando dell’arteria viaria che collega la statale 106, in località porto di Schiavonea, con il vecchio tracciato della ionica in località Villaggio Frassa.

Un budello strategico per la viabilità ionica che canalizza gran parte del traffico dei pendolari che ogni giorno si muovono da e verso l’area interna della provincia. Una strada che, tra l’altro, è stata teatro di decine di incidenti. Non ultimo quello avvenuto venerdì sera.

In un qualsiasi altro angolo del pianeta questa arteria, che potrebbe essere tranquillamente una tangenziale extraurbana, sarebbe a quattro corsie o quantomeno avrebbe una manutenzione costante, segnaletica orizzontale e verticale sufficiente, impianti luminosi ed un asfalto sicuro.

Invece no, è una trappola scientifica, fatta di curve cieche, sovrappassi ferroviari che ad un tratto restringono la carreggiata in una sola corsia; cartelli stradali sbiaditi dal sole, l’asfalto, poi, quasi non esiste più.

Solo un esempio, per far capire lo stato dei luoghi. Di recente è stato effettuato uno scavo (probabilmente per la posa di cavi telefonici), lungo i 3 km su cui si estende l’arteria, a bordo strada. Quello scavo è stato coperto con del cemento che giorno dopo giorno si degrada e con esso degrada anche quel che resta del manto bituminoso.

Per non parlare delle buche, anzi no, delle voragini che ci sono su entrambe le corsie e che gli automobilisti cercando di scansarle (onde evitare di distruggere copertoni, cerchi, ammortizzatori, sospensioni, carene etc.) rischiano continui frontali.

È facile prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni quando inizieranno i lavori sulla rotonda di Santa Lucia che, per forza di cose, obbligheranno ad incanalare il traffico dell’area ovest di Corigliano proprio lungo la sp196. Sarà un dramma, sperando di non dover raccontare tragedie.

Una condizione viaria vergognosa, direbbe qualcuno. Limitiamoci a dire che si tratta di una condizione indecente per la quale la Provincia dovrebbe correre subito ai ripari. Quantomeno per mettere in sicurezza una via che quotidianamente viene percorsa da migliaia di pendolari. Quella strada è arrivata a un punto di non ritorno: così com’è è un attentato alla sicurezza.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.