4 anni fa:Ripartono gli eventi al Castello Svevo: ecco tutta la programmazione
4 anni fa:Premio Nazionale delle Arti: il Conservatorio di Cosenza organizza le prove per la sezione percussioni
4 anni fa:Covid, nella Sibaritide-Pollino 9 nuovi casi in 48 ore
4 anni fa:Malato di tubercolosi da 5 giorni isolato nel Pronto soccorso del "Giannettasio". In Calabria non c'è un posto
4 anni fa:Trebisacce, presentata proposta di legge per l’istituzione dell’Asl nell’area Sibaritide-Pollino
4 anni fa:Rota Greca, smaltimento illecito rifiuti da demolizione: due persone denunciate
4 anni fa: Stasi su caso Hub Vaccinale Parabrillia chiede una riorganizzazione delle prenotazioni
4 anni fa:Castrovillari, all’Ipsia “Leonardo da Vinci” presentate innovazioni in campo odontotecnico
4 anni fa:Greco (Idm): «Lo stato dimentica i comuni del Sud. Serve un nuovo patto»
4 anni fa:Incendio a Trebisacce, è andata totalmente distrutta un'abitazione

Quella giovane calabrese è davvero Denise Pipitone? Il retroscena di una parrucchiera di Scalea

2 minuti di lettura

SCALEA – Si riempie sempre più di mistero e suggestioni la storia della ragazza calabrese, di Scalea, che avrebbe tratti somatici simili «quasi identici» a quelli di Denise Pipitone la bimba che nel 2004 venne rapita a Mazara del Vallo sulle cui sorti, di recente, si sono riaperte piste investigative.

Oggi è il Corriere della Calabria a mettere nuovi e – forse – importantissimi elementi sulla vicenda, tutta nuova e, come dicevamo, tutta calabrese.

«Come ti chiami? Mi chiamo Denise!». Grazia Bonanno, parrucchiera di Scalea, si emoziona raccontando a Fabio Benincasa del CorCal di quell’incontro avuto nelle scorse ore con una 19enne di Scalea somigliante nei tratti somatici alla piccola Denise Pipitone. 

«Era in compagnia di persone di etnia rom – racconta ancora la Bonanno - teneva stretta la mano di una bambina, ma i suoi tratti erano chiaramente italiani. Parlava benissimo con un accento meridionale. Con una scusa l’ho invitata ad entrare nel mio salone ed abbiamo iniziato a chiacchierare».

«È sorridente e molto gentile, mi ha detto di aver perso entrambi i genitori». Il padre sarebbe morto qualche anno fa, la madre lo scorso anno. Grazia Bonanno continua nella sua narrazione e racconta di una ragazza che dice di essere cittadina del mondo, «ho vissuto a Firenze, Roma, Cosenza e Scalea» e di non sapere con certezza i dettagli della sua nascita.

Un racconto che stimola la curiosità della parrucchiera che decide di osservare la 19enne da vicino e nota una piccola cicatrice sulla guancia, identica a quella della piccola Denise. «Il cuore si è fermato – conclude Grazia Bonanno – quando ho deciso di offrirle un lavoro, le ho chiesto di lasciarmi il suo numero (ma non ha uno smartphone) e di darmi il suo nominativo.

«Mi chiamo Denise!». Grazia Bonanno spera, come tutti, che possa davvero trattarsi della piccola Denise Pipitone ed in ogni caso «spero che la giovane possa far luce sul suo passato e magari scoprire qualcosa in più della sua infanzia. Sono tante le mamme che come Piera Maggio attendono di riabbracciare figli scomparsi».

La segnalazione ai carabinieri di Scalea

Immediata la segnalazione della parrucchiera ai carabinieri di Scalea. Del fatto è stato informato l’avvocato Giacomo Frazzitta legale di Piera Maggio, madre di Denise Pipitone. Il legale ha ricevuto una telefonata con la descrizione di una giovane «molto simile nei tratti somatici a Denise».

Denise, l’esame del dna

Gli investigatori cosentini hanno sentito in caserma la “Denise” di Scalea, le hanno chiesto lumi sul suo passato e indagato sui suoi genitori. La 19enne si è detta disponibile ad effettuare tutte le analisi del caso, qualora le venisse chiesto di farlo.

I carabinieri, infatti, hanno inviato l’informativa alla Procura di Marsala che dovrà decidere se procedere con il test del dna, unico esame attendibile e definitivo. «Con noi la Procura non parla – ha sostenuto l’avvocato Frazzitta – è un muro».

 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.