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Operazione Demetra, il Tribunale del riesame emette nuove misure liberatorie

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Nelle ultime ore il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha valutato la posizione di altri imputati dell’operazione contro il caporalato denominata “Demetra” rimodulando alcune misure Avverso le misure ristrettive della libertà personale avevano prodotto ricorso al Tribunale della Libertà anche i collegi difensivi di altri due presunti “caporali” di Rossano e, nello, specifico, Sciommarello Natale e Viza Elena moglie del primo, emettendo anche questo caso, due misure liberatorie sostituendola con due provvedimenti meno afflittivi. Il Tribunale della Libertà di Catanzaro, presieduto dal giudice Valea, ha accolto i ricorsi dell’avvocato Roberto Laghi per Sciommarello Natale e dell’avvocato Lorenzo Laghi per Viza Elena, ed ha revocato la misura degli arresti emessi nei loro confronti, rimettendoli in libertà, e prescrivendo esclusivamente l’obbligo di dimora in Rossano. La difesa degli avvocati Roberto e Lorenzo Laghi ha evidenziato come nei confronti dei soggetti condotti a lavoro da Sciommarello Natale e da Viza Elena non era emerso alcunché di concreto, né alcuna specifica violazione contestata. La difesa, inoltre, ha evidenziato come la contestazione contenuta nel capo di imputazione, equivale alla mera trascrizione della norma asseritamente violata senza alcuna specificità della grandinata di addebiti mossi dalla Procura della Repubblica e recepiti dal Gip. L’operazione era scattata il 10 giugno scorso tra le province di Cosenza e Matera e aveva visto l'impiego di oltre 300 finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza i quali, con l’ausilio dei militari dei Reparti di Catanzaro e Crotone, avevano dato esecuzione a 60 misure cautelari. Le ordinanze erano state emesse emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari, Luca Colitta, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Flavio Serracchiani, a carico di 60 persone, indagate di associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (“caporalato”) ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Delle 60 misure cautelari emesse ne sono state eseguite 52. Quattordici delle persone coinvolte sono state portate in carcere ed altre 38 sono andate ai domiciliari. Per altre 8 persone è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. di Giovanni Belcampo
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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